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Il saluto dell'Ambasciatore di Grecia alla Giornata di Studio in onore di Mario Vitti

Tuesday, 12 April 2016

Il saluto dell'Ambasciatore di Grecia Themistoklis Demiris alla Giornata di Studio in onore di Mario Vitti  (Sapienza Università di Roma, 11/4/2016)

Che cosa rende un “buon” insegnante?

Un “Buon” insegnante, penso,  sia colui  che, certo , possiede le  conoscenze, certo, ha il talento di trasmissibilità, certo, può avere un buon contatto con i suoi studenti, ma soprattutto buon insegnante penso che  sia colui che può mostrare ai suoi studenti,  vie di apprendimento  al di là del curriculum standard. Che li fa   capire  meglio loro stessi e  le proprie capacità e gli apre nuovi orizzonti per nuove scoperte.

Fortunatamente,  ce ne sono  molti di tali insegnanti.

Che cosa rende un “buon insegnante di letteratura”?

Quando si tratta di insegnare la letteratura, oltre alle capacita già  menzionate,  si deve  naturalmente avere anche una profonda conoscenza dei testi, ma anche la capacità  di inserirli  nel loro contesto storico,  confrontarli con altre epoche,  ma anche con le esigenze attuali e, infine, fare la loro valutazione, senza stereotipi, al di là delle teorie  storiche o estetiche dogmatiche. Un buon insegnante di  letteratura può distinguere  e mostrare  ciò che vale davvero , non è prigioniero della moda, e trova la qualità anche dove e quando  è ben nascosta, cercando ovunque. E  siccome la letteratura è,  soprattutto, un piacere,  egli può sempre godere di un buon testo ed  essere emozionato   da questo, e può invitare convincentemente , gli studenti, i lettori, e tutti noi, a  vivere la stessa  emozione. E, ancora meglio,  è anche lui stesso in grado di provocare  piacere ed emozione, con i suoi testi e con il suo insegnamento  sul piacere creato  dagli altri.

Comparativamente, anche tali insegnanti  della letteratura ,  per fortuna,  sono numerosi.

Che cosa rende un “buon insegnante di letteratura greca”?

A mio parere, una persona ,che può essere un “buon” professore di letteratura, non è sicuro che sia un buon insegnante della  letteratura greca. Non è una questione di lingua. Perché la conoscenza e , ancora di più, la  piena familiarità con tutta la sua storia ed ampiezza, che è necessaria per sentirla, l’ hanno in molti o, possono  comunque acquisirla. Penso che il problema si ponga per il fatto che , quando una letteratura ha una tale gamma e portata storica, inevitabilmente paragoni  e  valutazioni divengono  difficili. E siccome la letteratura greca riflette una storia,  spesso, tormentata  e talvolta ideologicamente e politicamente intensa, a causa  di divisioni e distruzioni, c’è bisogno di  un grande sforzo, per non diventare vittima di pregiudizi ideologici e storici, che sopravvivono ancora oggi. Quando le discussioni e le passioni  sulla purezza della lingua, o della razza, sul modello dello sviluppo del paese, o sull’  arte militante, si fanno  così spesso, e hanno un’ influenza enorme sugli   storici, sui governi, sui partiti e organizzazioni, sui media, ma anche sul popolo stesso , si devono fare  sforzi maggiori  di quelli  necessari per altre letterature, per essere in grado di resistere a correnti prevalenti , di mettere in dubbio  dottrine stabilite, di cercare  e distinguere la vera qualità, da ovunque viene . E naturalmente per insegnarla , promuoverla , diffonderla , senza  preconcetti  storici, religiosi, estetici, o politici.

È vero che tali insegnanti della letteratura greca ce ne sono solo alcuni.

Ma la letteratura della Grecia , a causa della  lingua, della geografia,della  storia, è una   letteratura,  piuttosto, solitaria e non molto conosciuta. Quindi, quell’ insegnante della letteratura greca, che  non è solo  “buono”, ma  “eccezionale” , quello che è  suo  degno servitore e ambasciatore, è colui che, al di là del resto, aiuta a rompere il suo  isolamento, contribuisce alla sua diffusione a quelli che non parlano greco, al  riconoscimento internazionale di essa  e dei suoi rappresentanti.

Ebbene, insegnanti  cosi  “eccezionali” della letteratura greca, purtroppo, sono veramente  pochi. E,  per chi lo conosce, o conosce la sua opera,   uno di loro senza dubbio è Mario Vitti. Perché tutte quelle capacita   Mario Vitti le ha, e ne ha ancora di più.

Ma dire di Mario Vitti  che è un  "eccezionale  insegnante o professore di letteratura greca" è davvero molto poco. Perché Vitti, non ha semplicemente insegnato , o diffuso  la letteratura greca. Con il suo insegnamento, ma,  soprattutto, con i suoi libri e la sua presenza globale nelle letteratura,   intere  generazioni di  greci e stranieri, non solo studenti, ma migliaia di persone semplici , hanno potuto   non  solo scoprire la letteratura greca , ma anche capirla, goderla,  rivederla  con altro occhio. Grazie alla sua cultura e formazione e alle sue  ampie conoscenze, le sue valutazioni non sono mai state   soggettive  o arbitrarie, ma frutto di studi e ricerche  di fonti  enormi.

Perché al di là di essere professore, Mario Vitti è stato ed è ancora,  soprattutto, un ricercatore, uno storico, un critico. È uno dei primi  che ha studiato ed ha imposto  la generazione degli anni 30. I suoi libri per Seferis e Elytis i due nobel greci della letteratura,rimangono fino ad oggi, punti di riferimento e  modelli  per tutte le  monografie sintetiche. Mario Vitti è  egualmente valido quanto  affronta  sia la letteratura agreste o naturalista , sia  la modernità greca. E per di più,  ha approfittato della sua doppia identità, greca e italiana, per scoprire e far conoscere  tragedie perdute delle Isole Ionie, o testi sconosciuti  di Kalvos. In altre parole, non solo ha studiato e promosso  la letteratura greca, ma l’ ha anche  sviluppata e arricchita.

Infine, è la sua storia della letteratura greca moderna, quella che ha scosso, come nessun altro, le acque e ha imposto un nuovo sguardo fresco per correnti e autori, che forse solo lui, stando dentro e fuori dalla Grecia, potrebbe mostrarci. Ma un'altra cosa ancora : È, penso, l'unico che ha avuto il coraggio e la saggezza, di non ristampare la sua storia della letteratura  eternamente, con alcuni aggiustamenti,  ma di riscriverla dall'inizio, 30 anni dopo la sua prima edizione.
Quando, dopo tanti anni, tante opere , tanta accettazione da parte del pubblico e degli esperti, si ha   il coraggio di osare  un nuovo sguardo , e di rivisitare il proprio lavoro  e se stesso ... beh allora, non si è solo “eccezionale” . Si potrebbe essere  "unico".

È per questa “unicità” che siamo tutti qui. E 'per questa “unicità” che la letteratura greca ringrazierà per sempre Mario Vitti. E, ovviamente, con  essa, lo ringrazieremo  anche tutti noi. 
Grazie Mario Vitti.