Intervista del Ministro degli Affari Esteri, N. Dendias, alla Deutsche Welle (Berlino, 28.08.2020)
GIORNALISTA: Signor Ministro, in questa riunione ministeriale a Berlino lei ha avuto successo nella sua politica estera. L'UE è disposta a considerare l'imposizione delle sanzioni alla Turchia. Ci può dare qualche dettaglio?
N. DENDIAS: Non lo considero un successo per noi. Ritengo che sia un successo per la nostra comune famiglia europea. È un dato di fatto che nel Mediterraneo sud-orientale stiamo affrontando l'aggressività della Turchia, il comportamento illegale della Turchia. È un comportamento che è in conflitto con il Diritto Internazionale e con il Diritto Internazionale Marittimo. Così, all'interno della famiglia europea, abbiamo deciso che, nel caso in cui la Turchia non ritorni sulla via della ragione, se non ritorni al dialogo, in un procedura in cui sarà necessario il rispetto del Diritto Internazionale e del Diritto Marittimo, le sanzioni saranno all'ordine del giorno. Questo è stato concordato.
GIORNALISTA: La situazione nella zona è instabile. Navi da guerra greche, navi francesi, navi turche si controllano a vicenda tramite radar. Questo è qualcosa che non è desiderabile tra i partner della NATO. C' è stato anche un coinvolgimento americano. Pensa che la Grecia o l'UE avrebbero dovuto intervenire prima? Forse è stata persa qualche opportunità, forse avrebbe dovuto assumere una posizione più dura prima?
N. DENDIAS: Devo dire che la situazione è peggiore. Non si vedono attraverso il radar, si vedono a vista. Come forse saprà, la scorsa settimana abbiamo avuto un incidente nell'Egeo e, grazie ai comandanti e in particolare al comandante greco, è stata evitata un'ulteriore escalation. Devo dire, tuttavia, che il problema è che la Turchia non comprende i confini. E i confini sono chiari:I confini sono il Diritto Internazionale e il Diritto internazionale Marittimo. Devo dire che se c'è un errore da parte dell'UE, se c'è un errore da parte degli Stati Uniti, è che non hanno parlato alla Turchia in un linguaggio sufficientemente chiaro. Ma credo che dopo l'incontro di oggi questo possa essere risolto.
GIORNALISTA: Ma prima dell'incontro, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas si è proposto con un approccio piuttosto mite: le navi dovrebbero essere ritirate e in seguito dovremmo parlare e avere un dialogo con la Turchia. Finora questo è fallito. Dobbiamo rifiutare questo approccio? Qual è l'obiettivo dei prossimi passi?
N. DENDIAS: Heiko detiene la Presidenza dell'UE ed è comprensibile che scelga la versione più indulgente mirando al miglior risultato possibile. Nessuno è in disaccordo con questo. Ovviamente tutti preferiremmo risolvere i problemi attraverso il dialogo. Questa è anche la preferenza della Grecia. La Grecia ha sempre affermato di essere pronta per il dialogo e che l'ultima cosa che vorrebbe è di ricorrere sulla scelta del documento delle sanzioni. Non volevamo questo. Ci piacerebbe molto evitarlo. Ma ancora una volta, è necessario tracciare linee chiare. La Turchia deve comprendere che come paese non è possibile non rispettare il Diritto Internazionale e il Diritto Internazionale Marittimo. Questo è un problema non solo per la regione ma per il mondo intero.
GIORNALISTA: Quanto è orribile la situazione? Quanta paura prova lei personalmente? Pensi che Erdogan sia disposto ad ascoltare adesso se riceve un messaggio più forte?
N. DENDIAS: Non sono io, né la Grecia, né nessun altro che detterà al Presidente Erdogan cosa dovrebbe fare nell'interesse della Turchia, dei cittadini turchi e della società turca. Quello che vorrei dire è che spero di vedere nella regione un'intesa comune tra Stati e Nazioni. E la Grecia assolutamente disposta a farlo. Spetta al Presidente Erdogan scegliere.
GIORNALISTA: Perciò cosa pensa che si dovrebbe fare alla fine? La Grecia sarebbe disposta a sedersi al tavolo dei negoziati? da qualche parte, ad es. a Stoccolma? e parlare con la Turchia, e con tutte le parti coinvolte, e trovare una soluzione?
N. DENDIAS: Possiamo fare anche questo. Però dobbiamo avere termini di riferimento. E quali sono i termini di riferimento in una discussione come questa? È chiaro: Diritto Internazionale e Diritto Internazionale Marittimo. E, permettetemi di aggiungere: rispetto per i diritti umani, perché abbiamo problemi con la Turchia riguardo i diritti umani. Ma ancora: se la Turchia è disposta di dialogare con la Grecia e con l'UE, e Cipro, saremo assolutamente soddisfatti. Assolutamente.
GIORNALISTA: Ministro Dendias, La ringrazio.
N. DENDIAS: La ringrazio moltissimo.