L intervento dell’ ambasciatore di Grecia Themistoklis Demiris alla presentazione degli atti del colloquio internazionale sui sacrifici umani nell’ Egeo
Presentazione degli atti del colloquio internazionale sui sacrifici umani nell’ Egeo
Mi ricordo che quando Anna Sacconi mi aveva proposto di dare un saluto al convegno sui “sacrifici umani nell’ Egeo e la sua periferia” avevo accettato senza pensarci. Perché sin dall’ inizio avevo una idea molto chiara dell’ importanza del tema. Avevo però anche piena conoscenza della sensibilità che questo tema presenta ancora oggi.
Non diciamoci bugie. I sacrifici umani, non come una leggenda, una favola, o una parabola religiosa, ma come una pratica reale degli antenati, non è stata mai una narrazione piacevole. E, naturalmente, ci ricordiamo volentieri di Ifigenia, o Isacco. Ma non è, forse, perché in entrambi casi, alla fine nessuno venne sacrificato?
Non so. Ma quello che so è che tutti i governi e tutti i popoli, sui loro antenati preferiscono una narrazione che promuove una immagine di alta civiltà, di valori umani eterni, di conquiste scientifiche importanti, di conflitti eroici al servizio di tutta l’ umanità. In questo quadro, di solito si sceglie una percezione semplificata della storia, un cibo più digeribile, una narrazione più rassicurante, e soprattutto più direttamente fruibile per i pubblici nazionali e internazionali.
E naturalmente sono tanti coloro che sono disposti a collaborare, se non per falsificare la storia, almeno per … abbellirla o studiarla in modo selettivo. O, semplicemente, a scegliere campi e temi, più o meno sicuri, che assicurano anche attenzione mediatica e riconoscibilità, e possono garantire un finanziamento con meno rischi.
Ma alcune volte è molto importante, per la scienza, per la storia, per l’ umanità, andare contro corrente. Perché l’ obiettivo di base, per ogni ricerca, è la scoperta della verità, anche contro interessi, o preferenze. Attraverso essa impareremo chi siamo davvero, quali sono i nostri limiti, da dove veniamo e verso dove andiamo. Si può scoprire che la verità non e solo una. Si può anche toccare una verità non piacevole a prima vista, ma che può alla fine prendere un'altra dimensione, se inserita nel suo contesto storico, o nell’ ambito dei valori dell’ epoca.
Coloro che studiano I sacrifici umani, penso che facciano appunto questo: vanno contro corrente, riuscendo però, proprio per questo, a spingerci tutti ad andare avanti.
Le ricerche archeologiche sui sacrifici umani costituiscono, in realtà, atti di rivelazione di un’ altra civiltà, che richiede e deve uscire ala luce, affinché essa, a sua volta, illumini parti sconosciute di noi stessi. Si tratta, in altre parole, di quello che costituisce l’ obiettivo per eccellenza e la vera missione dell’ archeologia: un esercizio di autoconoscenza.
L’ epoca dei sacrifici umani non è necessariamente un periodo buio e barbaro della nostra storia. Se vista diversamente, o interpretata con criteri non di oggi, ma di allora, può essere considerata come l’ epoca che ha fato nascere tutti quegli elementi che, eventualmente, hanno permesso il nostro progresso a livello morale, politico, artistico.
Quando si sacrifica un uomo, quando si offre quindi il proprio genere, perché cosi si pensa che si può evitare una calamita naturale, si sta facendo un atto selvaggio, o un atto di salvezza? Quando si sacrifica un uomo, quando quindi si distrugge una parte della propria società, perché cosi si crede che si possa salvare il resto della società, si sta facendo un atto di barbarie, o un atto di protezione? E non è possibile che quegli atti, e il costo che anche allora, senza dubbio avevano, ci abbiano spinto alla ricerca di altri modi per evitare disastri naturali, o proteggere le nostre società? Che abbiano contribuito di conseguenza al progresso della scienza e allo sviluppo della politica?
Lo studio di sacrifici umani facilita la formulazione di risposte responsabili a tutte quelle, ma anche ad altre, domande. E sono veramente lieto e orgoglioso, perché nel territorio greco e più precisamente nell’ Egeo e la sua periferia, ci sono già stati numerosi studi, scavi , ricerche, che hanno rivelato e diffuso questa parte della nostra storia .E il volume che è presentato oggi costituisce una conferma solenne di questa evoluzione.
Tali pubblicazioni e tali conferenze aiutano davvero molto, a completare, al più correttamente possibile, questo puzzle, che si chiama “storia e cultura greca”. E, naturalmente, non penso che da una conoscenza più profonda de tutte le sue fase storiche, una tale cultura rischi di perdere il suo prestigio, o la sua irradiazione. Al contrario, conoscere, senza tabù, tutti i suoi aspetti e inserirli nel contesto storico adeguato, ci aiuta drasticamente a studiare somiglianze e differenze con altre culture, a capire le sue radici morali e, infine, a concepire meglio la sua evoluzione, valutando di più quelle che sono state le sue conquiste.
Roma 31 Marzo 2017