Dichiarazione del Ministro degli Affari Esteri, Nikos Dendias, a seguito della riunione odierna del Consiglio Affari esteri dell'UE (Bruxelles, 13 luglio 2020)
L' accrescimento delle violazioni della legalità internazionale da parte della Turchia e della sua aggressività sono state al centro delle nostre discussioni.
Vi fu una forte condanna per la conversione di Santa Sofia in una moschea. In effetti, alla Turchia è stato chiesto di riconsiderare e rettificare la sua decisione.
Durante la riunione del Consiglio, ho fatto riferimento al grave impatto delle violazioni della legalità internazionale da parte della Turchia, riguardo alla sicurezza e alla stabilità nel Mediterraneo Orientale. Sono soddisfatto, perché i nostri partner hanno espresso la loro solidarietà alla Grecia e Cipro, riguardo le azioni illegali intraprese della Turchia contro la nostra sovranità e i nostri diritti sovrani. Vi è stato un ampio consenso sulla stesura, su nostra richiesta, di un elenco di ulteriori misure appropriate - in altre parole, sanzioni - che consentiranno all'UE di rispondere adeguatamente se la Turchia persiste con le sue violazioni.
Abbiamo concordato per il signor Borrell di esplorare vie per ridurre le tensioni con la Turchia, ma basate rigorosamente sulle Conclusioni del Consiglio. Su richiesta, dalla parte greca e cipriota, le violazioni della Turchia della legalità internazionale saranno nuovamente discusse nella riunione informale del Consiglio di agosto, a Berlino, e non nella riunione regolare del Consiglio di settembre, come inizialmente previsto. Altresì, ho informato i miei colleghi che ho intenzione di richiedere una convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio se, fino al momento della riunione informale del Consiglio, la Turchia continua le sue violazioni.
Infine, per quanto riguarda la Libia, diversi paesi,inclusa la Grecia, hanno fatto riferimento alla violazione da parte della Turchia, sull'embargo delle armi e hanno condannato l'incidente che coinvolge la nave della marina Francese. Inoltre, la Turchia è stata chiamata direttamente ad assumere una posizione costruttiva e di sospendere le violazioni sull'embargo delle armi in Libia.